2008-09-16

Dichiarazione politica del circolo di Pellaro

In seguito ai recenti avvenimenti che hanno coinvolto il nostro partito (a partire dalle elezioni politiche di Aprile 2008 fino al congresso nazionale di Chianciano), che ci hanno indotto a riflettere, riteniamo che sia emersa una verità attualmente incontestabile della quale, anche se un po' in ritardo, prendiamo definitivamente atto: che il progetto strategico di amalgamare le forze della sinistra tramite la convergenza di alcuni partiti in un unico soggetto politico, operazione che si può definire come “processo costituente”, si è rivelato essere un idea fallimentare, ampiamente bocciata dagli elettori e i partiti ne hanno subito gravissimi danni.
Anche noi del circolo di Pellaro, come molti altri ci siamo sforzati di credere in quest'idea pur affascinante per certi aspetti, ma da questa esperienza non possiamo far altro che trarre la storica lezione che non si può rinunciare, nella forma e nella sostanza, alle proprie tradizioni identitarie senza perdere consensi, che non fanno altro che andare ad esprimersi verso altri soggetti politici.
Pertanto dichiariamo che non siamo più disposti a riprendere in considerazione quest'idea; che non intendiamo assolutamente partecipare ad un qualsiasi movimento o corrente ideologica in seno al partito che persegua ostinatamente questo progetto ma che ci impegniamo a sostenere qualsiasi iniziativa che riterremo in linea con il documento politico approvato dal Congresso di Chianciano denominato “Ricominciamo: Una Svolta a Sinistra”.
Cercheremo però di dimostrarci equilibrati nell'essere contemporaneamente “tolleranti ma non accondiscendenti” con chi, pur stando con noi in questo partito, non condividerà la nostra scelta di posizione.
Chiaramente non possiamo che condannare politicamente coloro che insistono nel riproporre un'idea già verificata e che in questo momento rappresentano di fatto un vero e proprio “movimento dissidente” rispetto al partito di Rifondazione Comunista, peraltro condannabile statutariamente.
Tuttavia siamo mentalmente aperti all'ipotesi della creazione di una “confederazione” dei partiti “comunisti” dove ognuno mantiene la propria autonomia e la propria identità storica e culturale.

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